I can’t breathe. I miss the air,

Noise

Sitting here, trying to think about how to manage everything, trying to feel less useless and meaningless. There is too much noise around and this silence inside of me is too much dangerous. I try not to drown in this dirty puddle I created. I guess I’m dying inside, in silence. I don’t want to bother anybody.

Falling

I sit down in the corner, the reason he treats me like I’m nothing, perhaps, it’s because I’m nothing.

Water

I’m like the water… everything flows out and I always find a way. No hopes to bother me…

Uselessness

Sometimes I realised I escape from situations and persons. I fear about depressed people, I’m not able to face that black tunnel and when I see it from distance I simply escape. There was a time I felt empathy so much towards problematic people, now I simply help from a limited distance, I’m not able anymore. I know really well what means. At the end you are always alone with yourself, only you can decide your future, you can lie to yourself, continuing say that life is againts you, but there is only an enemy of your serenity: it’s you. I’m not justify my uselessness, just explain why I choose to not be part of your falling.

Fetch your life

For years I was drowned down by the duty of trying to be original and change the world with my job. the best lie “you have to be original to be remembered, you have to be unique”
Now I understand, when someone asks me “what are you doing?’ I answer “ I just do things that make me feel good”. And my point of view changed, and the creativity is growing up. But first of all I feel good and happy.
Never let someone says what you are able to do, what is your journey, what do you have to do, who you are. The way will be clear, we have our own path. Suggestions are precious when they don’t bring you down.
Work for your path, for you evolution, for your balance. Use you eyes to evolve yourself and never forget the humility.
Just thoughts

Ogni cosa ha un suo posto

Stranamente questo è un periodo quieto, come se ci fosse un preludio a qualcosa di “terrific”, uso l’inglese perchè ha un senso molto più esteso, terrificante nel senso di meravigliosamente grande.
Sto lavorando molto sulla mia anima, e la pace si è fatta strada, questo flusso continuo di emozioni, una sinusoide di up and down, montagne russe che fanno venire i brividi alla pelle.
Il vento sulla pelle è così docile, lo guido attraverso i capelli, che si sono trasformati in una nuvola di morbidi boccoli fluttuanti nell’aria, non più afro, senza ribellione. Il corpo si è ammorbidito, si è plasmato come un guanto di velluto attorno alla linfa vitale. Nervineo ma calmo.
Faccio piccoli passi, mai sola. Quei due fuochi mi accompagnano, e lei, la vita, mi circonda di gioia infinita.
Ormai non c’è più buio nel mio mondo, solo una notte illuminata a giorno da stelle e pianeti.

Prigione dorata

Esistono molte sfumature di una prigione, ciò che le accomuna è quella sensazione costante di sentirsi in trappola.

Osservandomi dall’esterno si potrebbe dire che io abbia tutto. Ho una fantastica famiglia, un marito affettuoso e amorevole di cui sono ancora innamorata, due bambini belli e sani. Vivo in una casa moderna, in città e all’estero, con tutte le comodità di una vita agiata. Dodici ore a settimana posso dedicarle ad altro perchè i bambini sono in asilo, ma puntualmente mi occupo della casa, che curo al meglio possibile.

Tutto questo sembra essere la chiave della felicità.
Ma non è così.

Manca qualcosa alla mia vita, manca la soddisfazione personale. Il mio lavoro, la mia carriera, tutto ciò che ero e che facevo è stato completamente raso al suolo. Non ho la possibilità di fare nulla.
Voi direte: quei due giorni a settimana? Ecco quei due giorni negli ultimi quattro mesi li ho sprecati investendo in un progetto – non mio – in cui credevo. Per qualche tempo il tornare a lavorare, l’avere uno scopo, mi ha dato nuova linfa, nuove idee, nuovi stimoli. Nel momento in cui quest’avventura è finita, l’amarezza è di nuovo emersa, più potente di prima.
Da un lato mi colpevolizzo perchè mi sembra di non essere in grado di sfruttare ogni minuto che ho a disposizione, dall’altro in quei minuti sprofondo in un’enorme stanchezza che non si esaurisce mai, 24 ore su 24 perennemente attenta ad i bisogni della famiglia.

Non mi riposo da 2 anni e 6 mesi.

Sono entrata in questa prigione dorata ed ho da sola buttato via la chiave.

Credevo che in un paese nuovo avrei potuto ricominciare a vivere, ma non è stato così. Non ho pace e mi sento enormemente sola in queste sensazioni, perchè nessuno è in grado di capire il mio sconforto, nessuno è in grado di comprendere cosa si cela al di là del mio sorriso amaro, nessuno è in grado di guardarmi negli occhi e vedere la mia profonda tristezza.

Avere un lavoro di dà l’opportunità di non sentirti sempre in obbligo verso qualcuno, è così difficile da realizzare?

Questi sono i miei sentimenti di oggi, i motivi per i quali, nonostante mi sforzi, non riesco ad assaporare ciò che di bello c’è nella mia vita. Ad aggiungersi ci sono le costanti critiche, i consigli gratuiti di amici che pensano che il problema sia sempre o soltanto io.

Forse è così, un giorno troverò soluzione anche a questo.

A volte mi sembra che una vita non basti per fare tutto quello che ho in testa.

Uno dei principi dello yoga (almeno da questo che mi disse un maestro ad seminario) è quello che in ogni lavoro dobbiamo dare del nostro meglio per raggiungere l’illuminazione, specificava che non ha importanza che si stia avvitando bulloni o lanciando missili su Marte, ciò che importa e dare sempre il meglio di sè in ogni cosa che facciamo.
Stasera mi è venuto alla mente.
In realtà è l’avere il fuoco dentro che cambia lo stato delle cose. O ce l’hai o non ce l’hai.